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Loredana Corda - Pedagogia e Mediazione

I DISTURBI DELLA LETTURA, DELLA SCRITTURA E DEL CALCOLO

 

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I Disturbi della Lettura, della Scrittura e del Calcolo

 

Ma perché mio figlio a scuola fa sempre tanta fatica? Non riesce a leggere bene e fa tanti errori, perché non impara come gli altri? Oggi nelle scuole si sente parlare di D.S.A. sempre più spesso, ma che cosa sono? Come si manifestano? Cosa si può fare?

 

I disturbi dell’apprendimento, dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, si differenziano dalle semplici difficoltà perché ci mostrano un vero e proprio deficit in un tipo di abilità specifica, appunto la lettura, la scrittura o il calcolo, senza però interessare il resto del funzionamento cognitivo: l’abilità del bambino in una o più di queste aree è palesemente insufficiente per la sua età, per la sua intelligenza, per il tipo di istruzione ricevuta. In pratica chi ha un D.S.A. non riesce a fare ciò che per tutti gli altri è un processo automatico: leggere, scrivere o calcolare.

 

Perché accade?

Le teorie elaborate sono state diverse nel corso degli anni, ad oggi prevale il modello neuropsicologico che ipotizza delle basi biologiche per questo tipo di disturbi per i quali è accertata anche la familiarità, infatti facilmente si tramandano di genitore in figlio, inoltre sono evolutivi, il che significa che cambiano nel corso dello sviluppo, non “guariscono” anche perché non sono da considerarsi malattia ma possono compensarsi, almeno in parte, con adeguati interventi didattici, abilitativi e riabilitativi.

 

Un tempo i bambini con questi problemi venivano considerati solo pigri e svogliati, incostanti e disinteressati allo studio, oggi si sa che questi disturbi rendono il loro apprendimento molto più difficile e faticoso, hanno bisogno di più tempo per studiare, sono più lenti, fanno più errori, si distraggono più facilmente. Inoltre nel corso degli anni scolastici, se il loro disturbo non è compreso e affrontato nel modo giusto, possono nascere anche altri disturbi correlati come quelli d’ansia, dell’umore o del comportamento.

 

Come ce ne possiamo accorgere?

 

Nella vita quotidiana si possono notare:

üdifficoltà nell’organizzare lo spazio sia sul foglio che intorno a sé confondendo la destra con la sinistra,

üdifficoltà nel riconoscere il tempo distinguendo ieri, oggi, domani, i mesi dell’anno, la lettura dell’orologio;

üdifficoltà nell’allacciarsi le scarpe o i bottoni;

üdifficoltà di memorizzazione e facile disattenzione.

 

Nella lettura:

üsono molto lenti, spesso leggono sillabando, perdono il segno e saltano le righe,

üpossono confondere le lettere scritte in modo simile (p-b; q-d) o invertirle (il-li),

ühanno molta difficoltà con i suoni difficili (gn; sc), le parole lunghe, complesse o non comuni,

üa volte sembra che “tirino a indovinare”.

 

Nella scrittura:

ücompiono omissioni di lettere o sillabe (porta-pota; tavolo-talo) e inversioni (casa-saca),

üscambiano suoni simili per forma o suono (m-n; v-f),

üpermangono a lungo errori nell’uso dell’h, degli accenti, delle doppie,

üconfondono la scrittura di suoni simili (l’ago-lago; c’era-cera),

üla loro scrittura è poco leggibile, confusa, troppo grande o troppo piccola, mal distribuita sul foglio

 

Nel calcolo:

üconfondono i numeri e i simboli delle operazioni, li scambiano, li invertono,

ühanno difficoltà nel calcolo rapido a mente, nel ricordare i riporti, nelle procedure,

ügestiscono male lo spazio nel foglio

 

Fondamentale è intervenire tempestivamente: la diagnosi di dislessia/disgrafia/disortografia può essere fatta a fine seconda primaria e quella di discalculia a fine terza, ma una brava insegnante si può accorgere prima se c’è qualcosa che non va, in questo caso si dovrebbe intervenire con il potenziamento mirato a scuola o anche a casa con personale preparato che segua il bambino al pomeriggio. Inoltre è basilare aiutare i bambini con questi disturbi a individuare e sviluppare un buon metodo di studio efficace e personalizzato che sostenga i loro punti di forza e li accompagni in tutto il loro percorso scolastico.

 

Come sempre sono a disposizione per qualunque tipo di informazione sul potenziamento e sul sostegno allo studio, potete contattarmi qui:

 

Loredana Corda

pedagogista e mediatore familiare

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BAMBINI E NUOVE TECNOLOGIE

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Bambini e Nuove Tecnologie

Tuo figlio vorrebbe stare sempre su internet? Ha una passione irrefrenabile per i videogiochi? Sembra proprio ipnotizzato davanti al monitor? Pensi che ne faccia un uso eccessivo o scorretto? E tu come potresti intervenire?

Capita di leggere articoli che esaltano le nuove tecnologie che sicuramente in tanti casi ci hanno reso la vita più semplice, e capita di leggerne almeno altrettanti che le demonizzano imputando loro la causa di molti mali. Personalmente ritengo che la verità stia nel mezzo e che come in molte cose ci si debba affidare anche al buon senso.

Sicuramente l’uso di computer e tablet è utile per veicolare informazioni e per accorciare le distanze nel comunicare, può favorire quindi la partecipazione sociale e la sensibilizzazione su molte tematiche; non solo, può anche essere molto utile nell’apprendimento delle materie scolastiche, se non addirittura necessario (penso ai ragazzi con deficit sensoriali o con disturbi specifici dell’apprendimento che devono essere adeguatamente sostenuti dagli strumenti digitali). È in questa ottica che ritengo dovremmo guardare alla tecnologia: come un insieme di strumenti utili da accendere quando se ne ha bisogno e spegnere quando non servono più.

È anche vero che ormai sono noti gli effetti negativi di un uso scorretto o eccessivo di tali strumenti:

- Sovrappeso e obesità dovute all’immobilità di molte ore passate davanti agli schermi,

- Difficoltà di memoria, di concentrazione e di attenzione; insonnia,

- Stimolazione dell’aggressività e disturbi del comportamento,

- Difficoltà emotive e relazionali dovute all’isolamento,

- Vere e proprie forme di dipendenza dalle nuove tecnologie per cui saranno necessarie lunghe e complesse terapie per uscirne.

D’altra parte i bambini anche molto piccoli vengono da subito in contatto con questi strumenti ormai presenti nella maggior parte delle case, spesso giocano con gli smartphone dei genitori (quasi quanto loro!) e ce ne sono alcuni che già alla primaria hanno il cellulare. Per questi motivi penso sia utile per un genitore riflettere sulle abitudini che sta insegnando al proprio figlio. Ricordiamoci che i bambini imparano prevalentemente dall’esempio, quindi cerchiamo di essere noi un buon esempio anche in questo caso!

Alcune buone abitudini da trasmettere ai bambini potrebbero essere queste:

- Usare il computer, il tablet o la tv per un tempo massimo di due ore per i bambini in età scolare, ma anche meno per i più piccini: quindi non come una baby-sitter che li tenga impegnati per troppo tempo,

- Lasciare che li usino durante il giorno e non prima di dormire perché potrebbero faticare ad addormentarsi,

- Evitare di tenere televisioni e computer nelle loro camerette,

- Accompagnarli nell’uso delle tecnologie: controlliamo ciò che guardano e parliamone insieme, condividiamo con loro i contenuti digitali permessi e cerchiamo di evitare giochi e programmi violenti e molto aggressivi; eventualmente parliamone insieme, non lasciamo soli i bambini con i loro dubbi davanti allo schermo!

- Spiegare che ciò che pubblichiamo può avere delle conseguenze “reali” sulla vita di altre persone, diventiamone consapevoli anche noi, perché la realtà virtuale è separata da quella reale da una linea molto sottile,

- Cercare di suscitare il loro interesse anche in altri settori con altri tipi di giochi, lo sport, la natura, le relazioni sociali dirette e tutto il resto della vita.

Consideriamo che i bambini in realtà si divertirebbero anche con poco, e se si annoiano ogni tanto è anche meglio perché un po’ di noia stimola la creatività e richiede al loro cervello di trovare strategie alternative! Non riempiamo sempre ogni spazio mentale e fisico con qualcosa da fare. Ricordiamoci inoltre che in internet non esiste privacy adeguata, quando condividiamo foto dei nostri figli pensiamo sempre che quella è la foto di un bambino che continuerà a girare su internet, quindi occhio a cosa postiamo anche noi adulti!

Loredana Corda

pedagogista e mediatore familiare

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CI SEPARIAMO, E ORA COME CAMBIERA' LA NOSTRA VITA?

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CI SEPARIAMO, E ORA COME CAMBIA LA NOSTRA VITA?

 

Non è più possibile stare insieme ma non sappiamo come fare con i bambini. È giusto sconvolgere così le loro vite? E come cambierà adesso la nostra? Riusciremo a mantenere con loro il rapporto che avevamo prima? E dal punto di vista economico come cambierà la situazione? Saremo in grado di farvi fronte?

 

Se ti stai separando, queste sono probabilmente solo alcune delle domande che ti starai ponendo.

 

La fine di una relazione importante è sempre un evento devastante: si conclude un progetto di vita, si cambiano abitudini, si perdono riferimenti e persone che fino al giorno prima erano state importanti, amicizie, parenti che si schierano da una parte o dall’altra. Si dovrà in alcuni casi cambiare casa o cominciare a lavorare se non lo si era mai fatto prima perché magari ci si occupava solo della famiglia. Inoltre si dovrà affrontare il dolore dei figli, il loro comprensibile risentimento e gestire il senso di colpa per le conseguenze che la nostra decisione potrà avere sulle loro vite e sulle loro emozioni.

 

Se sei in questa situazione c’è uno strumento utile che ti può aiutare a fronteggiarla: la mediazione familiare.

 

La mediazione familiare è una modalità alternativa di affrontare il conflitto, aiuta a trovare uno spazio di dialogo dentro la relazione conflittuale e a mantenere civile quel rapporto con l’altro genitore che non è più tuo marito o tua moglie ma resterà per sempre il padre o la madre dei tuoi figli.

La mediazione non è una consulenza legale (un mediatore serio si avvale sempre di un buon avvocato!) e non è nemmeno una psicoterapia di coppia, ma è un percorso breve che permette ai genitori separati di trovare accordi condivisi per riorganizzare al meglio la loro vita dopo la separazione.

 

Durante gli incontri le persone potranno mettere a fuoco e dirsi sinceramente quali sono i loro desideri e i bisogni irrinunciabili per quanto riguarda la relazione con i figli, la loro crescita e la gestione delle risorse economiche: in questo modo, con la loro disponibilità e con l’aiuto del mediatore, sarà possibile trovare gli accordi migliori per tutti su ogni argomento di discussione.

 

Le soluzioni trovate in mediazione familiare sono personalizzate, hanno il vantaggio di essere pensate proprio per quella famiglia, calibrate su quel modo di vivere e su quelle possibilità economiche, non sono soluzioni standard calate dall’alto e uguali per tutti, come potrebbero essere quelle proposte da un avvocato o disposte da un giudice, ecco perché hanno più probabilità di durare nel tempo.

 

La mediazione familiare permette il ritorno ad una condizione di benessere, aiuta a sedare le liti e a trovare nuove strategie per affrontare il cambiamento, permette di rispettare i bisogni di tutti, genitori e figli, e promuove la continuità dei legami familiari. Per esempio può aiutare moltissimo quei padri che dopo la separazione vedono troppo poco i loro bimbi ed è certamente vantaggiosa per i figli che potranno sentire sempre vicini entrambi i loro genitori!

 

La mediazione familiare può abbattere i costi emotivi ed anche quelli economici di una separazione, spesso si pensa che sia molto costosa o che sia una inutile spesa ulteriore ma non è affatto così: pensiamo solo a quanti soldi uscirebbero se si arrivasse a una separazione giudiziale!

 

Personalmente credo molto in questo strumento, ecco perché ho deciso di fare sempre gratuitamente per tutti il primo incontro informativo, inoltre per alcuni mesi, una volta al mese, ci sarà la possibilità di usufruire di uno Sportello legale e pedagogico gratuito a Scandicci, dove sarò presente insieme ad un avvocato. Lo Sportello è pensato per offrire un servizio multi professionale e di qualità a costi contenuti per tutte quelle coppie che vogliono lasciarsi senza farsi la guerra.

 

Se stai affrontando un momento così delicato e doloroso, se non sai come risolvere la tua situazione familiare, come relazionarti al tuo ex o come comportarti con i bambini in questa fase della tua vita, non vergognarti di chiedere aiuto! Puoi contattarmi senza impegno per qualunque informazione e potrò dirti come posso aiutarti, mandami una mail per avere i contatti telefonici e guarda le date dello Sportello per venire a conoscere gratuitamente me e l’avvocato con cui collaboro.

Qui sotto tutti i riferimenti.

 

Loredana Corda

Pedagogista e Mediatore Familiare

Sito web: http://www.pedagogiaemediazione.it/pem/

Pagina Fb: https://www.facebook.com/pedagogiaemediazione.it/

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Sportello legale e pedagogico gratuito: https://www.facebook.com/events/206662446879225/

FARE I COMPITI SENZA DRAMMI

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Ogni giorno la stessa storia: arriva il momento di fare i compiti e vostro figlio non ne ha nessuna voglia? Si distrae e perde tempo, è svogliato, trova qualunque pretesto per rimandare, pianta grane e fa i capricci? E voi come reagite? Vi arrabbiate? Cominciano urla, minacce, ricatti? Oppure estenuanti trattative? Alla fine cedete e li fate voi al posto suo? Tranquilli, succede anche nelle migliori famiglie...

 

Tuttavia ci sono alcune buone strategie che possono rivelarsi utili, riflettiamo insieme su alcuni punti che possono sembrare banali ma in realtà sono importanti.

Innanzitutto consideriamo il fatto che studiare è un’attività impegnativa, richiede di saper gestire stress e frustrazioni e di mantenere l’attenzione anche per lunghi periodi: come tutte le attività complesse, ha bisogno di tempo ed esercizio per essere appresa. Occorre soprattutto strutturarsi un buon metodo di studio che spesso non è insegnato a scuola e che tenga conto delle proprie risorse e della propria modalità di apprendimento (non ci sono solo le mappe!): in questi casi un operatore esperto come un pedagogista può essere di grande aiuto.

 

 

Vediamo alcuni consigli utili per i ragazzi...

    A casa è fondamentale creare delle routines: se possibile studiamo sempre alla stessa ora, nello stesso posto, cerchiamo di essere più organizzati possibile, ritagliamoci uno spazio libero e funzionale, tiriamo fuori di volta in volta solo il materiale che ci serve riponendo in maniera ordinata ciò che non serve più. Controlliamo i tempi, proviamo a ipotizzare, prima di cominciare, da quale materia ci conviene partire, di che materiale avremo bisogno, quanto tempo ci impiegheremo per finire l’attività: ragioniamo su ciò che facciamo mentre lo stiamo facendo (sembra uno scioglilingua ma si chiama metacognizione che è un parolone difficile per indicare una modalità di lavoro della nostra mente molto importante per l’apprendimento). Usiamo tabelle, mappe, formulari, schemi e riassunti, poi ripetiamo per memorizzare bene e migliorare l’esposizione. Aiutiamoci anche prendendo dei buoni appunti a scuola e stando attenti in classe! Se ci rende il momento meno pesante e non ci crea distrazione, studiamo con alcuni compagni, magari più organizzati di noi.

 

 

E per gli adulti...

    Per imparare a studiare con profitto il ruolo dell’adulto è, soprattutto all’inizio, fondamentale: dovrà sostenere e controllare l’organizzazione delle attività, stando in equilibrio fra l’intenzione di aiutare e il pericolo di sostituirsi nel compito. Cerchiamo di capire le difficoltà ma non eliminiamole tutte, lodiamo lo sforzo e l’impegno anche se il risultato non è ottimo; non concentriamoci troppo sulle correzioni, per questo ci saranno gli insegnanti; lasciamo che facciano una pausa fra un’attività e l’altra e portiamo pazienza: Roma non è stata costruita in un giorno!

 

 

Mi sento di dire un’ultima cosa: da genitori responsabili che tengono al successo scolastico ma anche alla relazione con il proprio figlio, se notiamo che ogni giorno il momento dei compiti è veramente troppo pesante e mette tutti a dura prova, se ci sono dei bisogni educativi e di apprendimento specifici, delle difficoltà scolastiche o dei disturbi di apprendimento veri e propri, non aspettiamo che la situazione si prolunghi troppo: chiediamo il sostegno di personale qualificato che ci possa aiutare a capire cosa c’è che non va, che possa insegnare modalità di studio più adeguate al singolo ragazzo, e che possa sostenerci anche nelle relazioni con la scuola.

 

 

Un paio di volte al mese propongo a Scandicci anche uno Sportello Pedagogico gratuito che può essere un primo approccio per i bisogni dei genitori, per qualunque richiesta di informazione, appuntamenti o per richiedere il numero di telefono, lascio qui i miei contatti:

Loredana Corda

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PARLARSI IN FAMIGLIA

 

PARLARSI IN FAMIGLIA

 

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Come parlare ai figli per farsi ascoltare? Quale genitore non si è trovato alle prese con questo problema? Come fare una critica in maniera costruttiva senza ferire? E se ci si separa come dirlo ai propri figli?

L’argomento è complesso e non c’è una regola che vada bene per tutti, in generale però possiamo elencare alcuni punti utili:

 

üRegole chiare

üCollaborazione e coerenza di richieste fra genitori (e i nonni!)

üPrendersi la responsabilità di dire dei No (e mantenerla!)

üEvitare forme comunicative inutili o dannose (ricatti, minacce, urla, giudizi, lunghe prediche...)

üLodiamo o critichiamo il comportamento specifico, non il bambino in generale

üAspettiamo di essere calmi, non parliamo quando siamo troppo arrabbiati

 

Ricordiamoci che poche buone regole sono importanti perché organizzano la vita familiare e fanno sentire il bambino sicuro e protetto.

 

Con gli adolescenti la faccenda si complica ulteriormente perchè quando i ragazzi crescono emergono in loro nuovi bisogni che devono trovare ascolto, sentono l’urgenza di uscire di casa e sperimentarsi fuori dalla famiglia per avere nuove relazioni di amicizia, nascono i primi amori importanti, vogliono prendere decisioni autonome sullo studio e il lavoro. Per fare questi passi spesso è necessario il conflitto con i genitori che quindi è sano, un genitore consapevole deve allora negoziare con il figlio nuove regole adatte ai nuovi bisogni.

 

 

Quando i genitori si separano è ancora più complicato mantenere aperto un canale comunicativo con i figli, sia per il genitore che esce di casa e quindi per forza di cose li vede meno, ma anche per quello che resta, perché i figli potranno essere tristi e arrabbiati. La loro vita è stata stravolta dalle decisioni dei genitori, le loro abitudini dovranno cambiare e questi cambiamenti li spaventano, producono incertezza per il futuro e paura di perdere l’affetto dei genitori. Sarà fondamentale allora mettere in atto alcuni comportamenti:

 

üPrendere decisioni chiare ed essere coerenti

üDire chiaramente ai bambini cosa sta succedendo e come cambierà la loro vita

üRassicurarli spesso sul fatto che i genitori li amano come prima anche se si sono separati

üImpegnarsi per mantenere con l’altro genitore un rapporto improntato al rispetto e al dialogo

 

Il mestiere di genitore è complesso e impegnativo, non vergognatevi di chiedere aiuto se avete dubbi o necessità di essere ascoltati o consigliati, sia per trovare nuove strategie educative efficaci per aumentare il benessere della vostra famiglia che per affrontare in modo più sereno un evento doloroso come la separazione.

 

Potremo affrontare questi argomenti privatamente ma anche nell’incontro gratuito di mercoledì 12 dicembre a Scandicci, contattatemi senza impegno per ogni informazione:

 

 

Loredana Corda

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CONTATTI

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Loredana Corda

A Scandicci (FI)

 

Per richieste di informazioni, appuntamenti e numero di telefono, inviate un  messaggio privato alla mia pagina FacebookPedagogia - Mediazione Familiare oppure una mail a  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">  

 

 

 

 

Cod. Fiscale CRDLDN79L58D612I

Chi sono

20160422 143646Mi chiamo Loredana Corda e sono Pedagogista, professionista abilitato ai sensi della L. 205/2017, e Mediatore Familiare, entrambe professioni disciplinate dalla L. 4/2013.

Dopo il liceo classico ho svolto il Servizio Civile con il Comune di Scandicci che mi ha dato l’opportunità di conoscere diverse realtà sociali del territorio e dopo questa esperienza ho deciso di rimettermi a studiare prendendo prima la qualifica di Animatore di Comunità e poi iscrivendomi all’Università. Successivamente alla laurea triennale in Scienze dell’Educazione Sociale ho preso quella magistrale in Dirigenza Scolastica e Pedagogia Clinica, presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze, diventando pedagogista. Nel frattempo ho sempre lavorato, sia nel negozio di famiglia che come educatore per diversi anni per una cooperativa fiorentina.

Attualmente continuo a specializzarmi, a frequentare corsi, convegni, seminari, laboratori, principalmente in due direzioni: i Disturbi Specifici dell’Apprendimento o D.S.A., e la Mediazione Familiare. Gli studi più importanti che voglio citare riguardano il Corso di Perfezionamento Universitario post laurea in “Disturbi Specifici di Apprendimento, Disturbo dell’Attenzione/Iperattività, Disturbo dello Spettro Autistico. Strumenti per la valutazione e l’intervento”; la Qualifica Professionale in Mediazione Familiare presso l’istituto I.S.F.A.R. di Firenze; il corso in Tecniche di Mediazione e Negoziazione in ambito educativo, familiare e civile, della Scuola di Psicoterapia Comparata; il corso sull' ADHD e il Master in Disturbi dell'Apprendimento dell'Istituto Galton; altri corsi per Tutoraggio Scolastico per alunni con D.S.A. e Laboratori di Recupero e Potenziamento svolti presso la società S.I.P.P. di Pontedera; il corso svolto con il C.A.M., centro accreditato alla formazione Feuerstein, per poter applicare il metodo Bright Start.

Molti sono i progetti che ho in mente e gli studi che voglio ancora compiere, la formazione continua e l’aggiornamento sono quindi molto importanti nella costruzione della mia professionalità.

Mission

Quello che voglio fare davvero si riassume sostanzialmente in due parole: comprendere e aiutare.

Ciò che mi muove è il profondo interesse per l’essere umano, vorrei capire chi è, come impara, quanto e come influiscono l’ambiente e l’educazione e quanto la biologia, sui suoi apprendimenti, comportamenti, affetti.

Vorrei capire in che direzione va la famiglia oggi, cos’è, come è cambiata, quali sono le nuove modalità per stare insieme: questo è un argomento che mi sta particolarmente a cuore e sul quale ho svolto la mia Tesi di laurea.

Vorrei poi provare a individuare con le persone nuove strade e nuovi sentieri funzionali al cambiamento e all’apprendimento: non fornirò soluzioni preconfezionate ma insieme potremo intraprendere un percorso per cercare i miglioramenti attesi.

Mi impegno a fare questo con discrezione e rispetto per il cliente, utilizzando l’osservazione, l’ascolto attivo e attento, la scelta accurata e personalizzata dei materiali e delle strategie educative e didattiche, lo studio e l’aggiornamento continuo.  

Servizi

 

Consulenze pedagogiche per ragazzi e adulti nell’ottica del sostegno alla famiglia e alla genitorialità.

 

Costruzione di un metodo di studio organizzato ed efficace e recupero di difficoltà scolastiche.

 

Consulenze specifiche alla famiglia e interventi di toutoring e  potenziamento didattico in lettura, scrittura e abilità logico-matematiche in caso di disturbi specifici di apprendimento.

 

Applicazione del Bright Start per l'educazione cognitiva e metacognitiva precoce.

 

Consulenze per il sostegno della genitorialità della coppia in crisi  e/o percorsi di Mediazione Familiare  per la ricerca di accordi sostenibili dopo la separazione o il divorzio.

 

Incontri di gruppo sui temi dell'educazione e dell'istruzione

 

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La pedagogia

La pedagogia ha un approccio umanistico e olistico alla persona e ha per obiettivo lo sviluppo e l’autonomia dell’essere umano di ogni età.

Attraverso strumenti quali l’osservazione, l’ascolto e la relazione, il gioco e le varie attività educative e didattiche, favorisce il cambiamento e il benessere nell’adulto e nel bambino.

Il percorso pedagogico non è un percorso psicoterapeutico o riabilitativo e, pur potendo usufruire di alcuni tipi di strumenti e test, non utilizza materiali o tecniche di esclusiva pertinenza degli psicologi o di altre figure sanitarie.

Gli interventi di recupero e potenziamento didattico sono prevalentemente rivolti a bambini con sospetti o confermati Disturbi Specifici dell’Apprendimento,sono interventi di tipo pedagogico che si rivelano molto utili nell'aiutare il bambino con semplici difficoltà scolastiche e che fanno parte della presa in carico globale del bambino con veri e propri disturbi dell'apprendimento: sono effettuati attraverso un programma di giochi e/o esercizi didattici specifici e personalizzati a seconda dei bisogni, dell’età e delle abilità da potenziare e sono sempre rivolte alla strutturazione di un metodo di studio adeguato che favorisca il più possibile l'autonomia. Inoltre sono utili per sostenere la famiglia nel suo compito educativo rispetto al bambino e nell'affrontare le relazioni con la scuola, purtroppo non sempre serene.

Con i bambini più piccoli, 5 - 7 anni, si rivela utile il Bright Start, un programma di educazione cognitiva e metacognitiva riguardante i processi cognitivi, elaborato da Haywood ma che si ispira all'idea di apprendimento mediato dall'adulto e di modificabilità cognitiva di Feuerstein e alle teorie di Vygotskij sulla zona di sviluppo prossimale e, ancora, sull'importanza dell'interazione fra adulto e bambino: l'adulto dunque funziona da mediatore dell'apprendimento stimolando la riflessione metacognitiva e il pensiero astratto.

 

Per capire cosa può fare la scuola in  rapporto ai Bisogni Educativi Speciali o Disturbi Specifici dell'Apprendimento è utile conoscere alcuni documenti tra cui la Circolare sui bisogni educativi speciali -2013 e la L. 170/2010 Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.

 

Inoltre per quanto riguarda il metodo di studio ho preparato questo schema  che può essere utile per i ragazzi e per gli adulti che li seguono nei compiti. 

 

Alcuni suggerimenti educativi per gestire il comportamento dei bambini in questo schema.

 

Iscrizione A.P.P. Associazione Professioni Pedagogiche  n° A16F0041.

 

 

La mediazione familiare

La mediazione familiare è molto utile per recuperare uno spazio di dialogo oltre il conflitto coniugale, sostiene la genitorialità della coppia, aiuta nell’individuazione di accordi per la riorganizzazione della vita familiare quotidiana e di accordi di tipo economico. È un percorso di durata limitata nel tempo che aiuta a distinguere il piano coniugale da quello genitoriale: seguendo la procedura della mediazione le persone che ne abbiano la volontà, decideranno i tempi e i modi più adatti a loro per vivere la relazione con i figli in maniera equilibrata, così come auspicato dalla L. 54/2006 sull’affido condiviso.

La separazione è un momento molto doloroso della vita delle persone che rimette in discussione tutti i legami, rimescola le carte, cambia la vita dal punto di vista pratico e affettivo, è quindi un momento in cui le emozioni negative e i conflitti possono prendere il sopravvento e diventa difficile in questi casi compiere scelte lucide e ragionate.

 

La mediazione familiare si rivolge a coppie, prevalentemente con figli, che siano state sposate o conviventi e che abbiano deciso di lasciarsi, la sua particolarità è il fatto di essere una procedura non antagonistica che non prevede la logica del vincitore contrapposto al vinto: nessuno dei due dovrà vincere a discapito dell’altro, ma entrambi potranno ottenere un buon accordo e la soddisfazione dei loro bisogni.

Il mediatore si muove in modo da aiutare la coppia a trovare soluzioni che soddisfino tutti, genitori e figli, intanto perché gli accordi che fanno gli interessi di tutti sono più facilmente duraturi, ma soprattutto perché il fine ultimo deve essere la continuità dei legami familiari: due genitori che non stanno più insieme non sono più una coppia ma saranno sempre genitori. Questo tipo di percorso è il migliore per i figli, li protegge da una litigiosità eccessiva che può nuocere molto alla loro serenità e permette loro di sviluppare e mantenere il rapporto con entrambi i genitori.

Il mediatore si pone come un terzo neutrale, che non parteggia né per l’uno né per l’altra, che non attribuisce a nessuno ragioni o torti, semplicemente li aiuta a individuare le soluzioni migliori per la loro situazione, sia per quanto riguarda i tempi e i modi per stare con i figli, quindi la riorganizzazione della vita di tutti i giorni, ma anche il mantenimento per gli stessi e la divisione dei beni comuni.

Il percorso di mediazione non è un servizio legale né psicoterapeutico, è assolutamente volontario, è garantita la riservatezza, inoltre si esaurisce in un numero di incontri finito, ed essendo breve è anche un percorso più economico rispetto ad alcune separazioni che intarprendono invece lunghi contenziosi legali.

Si può dire che la mediazione familiare abbatta tutti i costi, sia quelli economici che quelli emotivi.

 

"Oltre le idee di giusto e ingiusto c'è un campo: ti aspetterò laggiù"

Rumi

 

Un breve schema per riassumere la mediazione.

 

L54/2006 Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli

 

Iscrizione A.I.Me.F. Associazione Italiana Mediatori Familiari n° 1782.